HIV - AIDS

Si trasmette così : l'AIDS o sindrome di immunodeficienza acquisita, è generato, appunto, dal virus HIV, che è presente in massima parte:

  • nel sangue;
  • nello sperma;
  • nelle secrezioni vaginali.

Il contagio avviene con il contatto diretto tra sangue sano e sangue infetto (tramite trasfusioni, aghi, ferite), o per via sessuale, attraverso le mucose infette del retto, della vagina e del pene. Se una volta la diffusione di questa malattia riguardava soprattutto persone che tenevano comportamenti classificati come a rischio (i tossicodipendenti e gli omosessuali), oggi il pericolo riguarda sempre più frequentemente anche gli eterosessuali.

I sintomi immediati : Già nei primi giorni dopo il contagio, quasi sempre insorgono sintomi quali:

  • febbre;
  • dolori articolari;
  • mal di testa;

del tutto simili a quelli prodotti dall'influenza e destinati a scomparire in pochi giorni, come appunto avviene in caso di influenza. La comparsa di tali manifestazioni a seguito ad un comportamento a rischio non deve in alcun caso essere sottovalutata, ma anzi deve indurre la persona a rivolgersi immediatamente ad uno specialista infettivologo.

I farmaci e l'AIDS : Oggi è possibile affermare che l'utilizzo di un cocktail di farmaci somministrati immediatamente dopo il contagio, per un periodo di tempo attualmente ancora impossibile da definire, potrebbe addirittura portare all'eliminazione dell'HIV dall'organismo, ovvero ad un risultato insperato ed insperabile fino a qualche tempo fa.

Di fatto, le formulazioni dei farmaci anti HIV non sono ancora ottimali e molto c'è ancora da scoprire su come è più opportuno combinarli tra loro. E' comunque confortante sapere che sono già in fase di sperimentazione gli inibitori della transcriptasi non nucleosidici, farmaci che costituiranno un ulteriore blocco nel ciclo vitale del virus.

Attualmente l'ostacolo più concreto è rappresentato dal fatto che un utilizzo inappropriato degli inibitori della transcriptasi e delle proteasi può far si che i virus imparino a poco a poco a sopravvivere ed a replicarsi schivando l'azione del farmaco e che quindi si costituiscano nuove generazioni virali inattaccabili dalle medicine oggi disponibili. Di conseguenza, le persone che dovessero infettarsi con questi "nuovi" virus divenuti ormai resistenti non riuscirebbero a trarre alcun beneficio neppure nel caso in cui il trattamento farmacologico fosse stato iniziato in tempi precoci.

Nel tentativo di ovviare all'inquietante incognita della possibile resistenza farmacologica da parte dei virus, è necessario somministrare i vari farmaci disponibili in dosi davvero molto elevate (dieci-quindici pastiglie ogni giorno per un periodo di tempo illimitato); inoltre è da considerare il fatto che ogni pastiglia assunta può provocare severi effetti collaterali quali:

  • nausea;
  • attacchi di vomito;
  • crampi addominali;
  • calcoli ai reni;
  • sofferenza del fegato e del midollo osseo.

Questo significa che se da un lato oggi i farmaci esistono e, sia pure con alcuni limiti, funzionano, dall'altro la loro assunzione, così massiccia, disagevole e complicata, non contribuisce certo a migliorare la qualità di vita dei malati.

La grande speranza dei nostri giorni è dunque quella che, prima o poi, venga prodotta un'unica capsula, da assumere una sola volta in tutto l'arco della giornata, costituita dalle varie sostanze che oggi purtroppo devono essere frazionate in tante pillole diverse.

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