TUTTE LE ANALISI CLINICHE

Servono per valutare il corretto funzionamento dei vari metabolismi che si ritrovano nel nostro organismo, evidenziando in pratica come le varie sostanze chimiche vengono prodotte ed elaborate all'interno degli organi.

Glicemia

E' un valore (quello normale deve essere compreso tra 70 e 110 mg%) che serve per evidenziare il metabolismo degli zuccheri nel sangue o a sospettare o meno la presenzaa di diabete. Il nostro organismo assume lo zucchero dai cibi, lo immagazzina sottoforma di glicogeno nel fegato e lo usa nei momenti di bisogno (meno durante il sonno, in quantità maggiore durante l'attività fisica).

Attraverso un sistema di regolazione ormonale legato prevalentemente all'insulina, il tasso di glicemia nel sangue deve rimanere abbastanza costante in tutto l'arco della giornata (intorno ai 100 milligrammi per 100 millilitri).

Quando si alza costantemente sopra i 140 milligrammi per 100 millilitri, siamo nel campo del diabete; quando invece si abbassa al di sotto di 100 milligrammi per 100 millilitri, ci si trova di fronte ad un'ipoglicemia (scarso zucchero nel sangue). Un innalzamento della glicemia sopra i valori normali, tuttavia, può essere anche un evento transitorio, specie se il suo valore si trova compreso tra i 100 ed i 140 milligrammi per 100 millilitri.

L'ipoglicemia si manifesta nell'organismo con:

  • stanchezza;
  • tremori;

  • crampi addominali;

specie quando il valore della glicemia è inferiore a 60.

Dopo i 45 anni . L'esame della glicemia deve essere effettuato a digiuno, mantenuto almeno dalla sera prima. Si tratta di un valore che si rileva estremamente utile in gravidanza (per scongiurare il pericolo di incorrere nel cosiddetto diabete gravidico) e dopo i 45 anni, specie se si è in sovrappeso e se si accusano sintomi come:

  • stanchezza;

  • aumento di sete;

  • aumento dell'appetito;

  • maggiore stimolo ad urinare.

Tutti segni di un possibile diabete nelle fasi iniziali.

Azotemia, creatinina

L'azotemia e soprattutto la creatinina sono valori importanti per evidenziare il funzionamento del rene. Si tratta di sostanze che derivano dalla distruzione cellulare (il "turnover" o rinnovamento delle cellule) e che vengono depurate solo dal rene.

L'urea serica /azotemia) è un prodotto di scarto del metabolismo delle proteine che il corpo assume con gli elementi: le proteine, mentre vengono trasformate in energia pronta per essere assimilata dall'organismo, rilasciano nel sangue l'urea, che viene appunto filtrata attraverso i reni.

La creatina, invece, è un prodotto di scarto dei muscoli e viene filtrata dai reni. Se il rene non funziona bene, non riesce a smaltire queste sostanze. Queste finiscono, di conseguenza, per accumularsi nel sangue. Un aumento dell'azotemia e della creatina (i valori normali sono per la prima da 10 a 50 mg per cento millilitri; per la seconda da 0,6 a 1,2 mg%), pertanto, evidenzia un cattivo funzionamento del rene e, in ultima analisi, un'insufficienza renale in atto, che è tanto più grave tanto più alti sono questi due valori nel sangue.

In questo ambito, bisogna ricordare che la creatina è un indice molto più preciso rispetto all'azotemia. Azotemia e creatina possono anche essere più basse della norma. Questo si verifica sostanzialmente:

  • nei bambini, perchè il loro metabolismo è ridotto,

  • nelle donne in gravidanza, perchè in questo caso è presente un maggiore assorbimento di acqua e quindi una maggiore diluizione di queste due sostanze nell'acqua contenuta nel sangue.

Cibo e farmaci . Il dato della creatina è specifico per il rene, per cui non viene influenzato dal tipo di dieta che si osserva. Al contrario, l'azotemia può risultare lievemente alterata nel caso in cui si osserva un'alimentazione troppo ricca di carne, insaccati ed uova. Alcuni farmaci, come gli antinfiammatori, se assunti in quantità massicce e per periodi prolungati, possono alterare i valori della creatinina perchè influiscono sulla funzionalità renale. Anche un abuso di caramelle alla liquirizia può fare innalzare i livelli della creatininemia.

Uricemia

L'uricemia indica le concentrazioni nel sangue di acido urico. Con questo esame si valuta il prodotto finale del metabolismo degli acidi nucleici, ovvero il risultato delle trasformazioni chimiche delle sostanze che compongono il nucleo delle cellule. Le cellule, infatti, nel loro continuo rinnovarsi all'interno dell'organismo, producono l'acido urico che viene rilasciato nel siero del sangue.

Conoscere il valore dell'uricemia, pertanto, è fondamentale per valutare la funzionalità del metabolismo cellulare e, in ultima analisi, lo stato di salute dell'organismo. Nell'uomo, il valore normale è compreso tra 3,7 e 7 mg %; nella donna, tra 2,4 e 5,7 mg %. L'acido urico può aumentare generalmente:

  • per un'esasperata distruzione delle cellule (tumori). In questo caso, i livelli possono superare i 20 mg %;

  • perchè alcune persone hanno geneticamente un aumento dell'acido urico. In questo caso, l'acido urico può precipitare nelle vie urinarie e favorire la formazione di calcoli.

L'elevata concentrazione di questo acido, infatti, può far perdere all'acido stesso la sua consistenza liquida e trasformarlo in microcristalli. Questi tendono a depositarsi a livello delle articolazioni, ma soprattutto a livello delle vie urinarie, diventando veri e propri calcoli. Esistono farmaci in grado di normalizzare questi valori geneticamente alti. Un'elevata uricemia può anche nascondere un problema renale e l'esame va allora integrato con altri test. Se invece l'uricemia è troppo bassa, si può ipotizzare una carenza di proteine animali nella dieta.

Non variare la dieta . Prima dell'esame, occorre rimanere a digiuno almeno dalla sera prima. Non è invece necessario (anzi è controproducente) prepararsi all'esame modificando le proprie abitudini alimentari. Chi è abituato a mangiare tutti i giorni carne deve continuare a farlo anche la settimana dell'esame.

Bilirubina

La bilirubina è un valore del sangue che serve per valutare la funzionalità del fegato. In condizioni normali deve essere inferiore a 1 mg/dl. Si tratta di quel pigmento giallo che colora la parte liquida del sangue, il siero. Se si prende il sangue e lo si centrifuga, una parte corpuscolare (formata dai globuli rossi e bianchi) sedimenta, cioè va a fondo, e in superficie si raccoglie una sostanza giallognola liquida che si chiama siero o plasma. Il pigmento che colora di giallo il siero è la birilubina. La birilubina è una sostanza che deriva dalla distruzione dei globuli rossi. i globuli rossi nascono nel midollo, vivono circa 120 giorni e poi vengono distrutti. Il pigmento di colore giallo che deriva dalla distruzione è, appunto, la birilubina.

Questa passa nel sangue, viene captata dal fegato ed infine viene espulsa con la bile. Se troppi globuli rossi vengono distrutti, la birilubina aumenta; ma questo valore può anche aumentare quando il fegato lavora male oppure quando le vie biliari sono ostruite. Poichè le cause dell'innalzamento di questo valore sono molte, l'esame del sangue consente di capire quale organo è direttamente coinvolto in tale alterazione. La birilubina viene infatti veicolata (cioè "guidata") nel sangue da alcune proteine e portata da questa al fegato. Quindi:

  • se molti globuli rossi vengono distrutti, aumenta questa birilubina veicolata che si chiama "birilubina non coniugata o indiretta";

  • se invece aumenta la birilubina dopo che è stata captata dal fegato e scesa nelle vie biliari, il problema non è nella distruzione dei globuli rossi bensì nel cattivo funzionamento del fegato o nell'ostruzione delle vie biliari (calcoli o carcinoma del pancreas). In quest'ultimo caso, aumenta la "birilubina coniugata o diretta".

Il giallo negli occhi . I neonati possono avere un aumento della birilubina intorno ai 7,8 mg/dl: questo valore è però destinato a scomparire dopo alcune ore o dopo qualche giorno. Se invece nei bimbi appena nati, il valore supera i 12-13 mg/dl, è il caso di eseguire una visita più approfondita dal momento che la birilubina tende a concentrarsi in alcune zone del cervello, provocando danni neurologici. Nell'adulto, la birilubina alta (quando supera i 2 mg) si deposita facilmente a livello del bianco degli occhi, dal momento che questa zona è ricca è ricca di elastina, una proteina che si lega facilmente alla birilubina. In questo caso, gli occhi diventeranno più "gialli" del normale (sub-ittero). Se la birilubina supera i 3 mg, si ha un ittero vero e proprio e si colora di giallo tutta la pelle. L'esame per valutare la birilubina deve essere di norma effettuato a digiuno, almeno dalla sera prima.

Le gamma GT

Si tratta di una valore che serve per determinare la funzionalità delle vie biliari e del fegato. le Gamma GT sono enzimi che si trovano nel fegato e nelle vie biliari. i valori normali sono compresi tra 2 e 38 UI/L. Quando è presente un'ostruzione delle vie biliari, le Gamma GT aumentano. Tuttavia, aumentano anche in presenza di un danno al fegato e persino se la persona, la sera prima del prelievo, ha bevuto alcool, anche in quantità modesta. Si tratta di un valore che non ha una valenza precisa, ma che va considerato insieme alla transaminasi e alla birilubina per confermare un malfunzionamento dell'albero biliare.

Transaminasi

Le transaminasi rappresentano, più che la birilubina, un valore estremamente utile a valutare il corretto funzionamento del fegato. Quello che non molti sanno è che le transaminasi possono anche indicare lo stato di salute del cuore e dell'apparato scheletrico. Si tratta di sostanze enzimatiche (proteine) che stanno all'interno delle cellule del fegato. Si dividono in:

  • "transaminasi GPT, o ALT" (che riguardano il fegato);

  • "transaminasi GOT o AST" (che riguardano invece il cuore e lo scheletro).

Poichè si trovano all'interno della cellula del fegato, se questa cellula è alterata, le transaminasi GPT aumentano (dovrebbero essere tra 10 e 40 UI/L per gli uomini e tra 5 e 35 per le donne), perchè fuoriescono dalla cellula e vanno nel sangue. Un loro aumento molto marcato (fino a 2000) indica un'epatite acuta in atto. Se l'aumento è minore ma costante (100-200), indica la presenza di un'epatite cronica. Se ancora si ha un aumento transitorio (tra i 70 e i 100), questo può essere causato da un'intossicazione del fegato provocato da un abuso di farmaci o di bevande alcoliche, che può essere temporaneo. Le transaminasi GPT danno l'esatta valutazione della gravità dell'alterazione epatica: per tale motivo, possono considerarsi un valore di estrema importanza ed utilità.

Le transaminasi del cuore e dello scheletro (o GOT) dovrebbero essere comprese tra 10 e 45 UI/L per gli uomini e tra 5 e 30 per le donne. Un aumento del GOT può essere indice, oltre che un'alterazione epatica, anche di una sofferenza o di una lesione del muscolo cardiaco, tanto più grave tanto più questo valore risulta alterato, oppure di alterazione di quei muscoli che coordinano i movimenti dello scheletro.

La prescrizione . L'esame delle transaminasi viene prescritto di routine, ma spesso viene richiesto per tenere sotto controllo un fegato intossicato da cattive abitudini di vita: troppi farmaci o troppe bevande alcoliche favoriscono infatti le alterazioni epatiche. Prima del prelievo è opportuno restare a digiuno, possibilmente dalla sera prima; ma se si assumono farmaci, è meglio non sospenderli: in questo modo, i risultati saranno più veritieri ed esprimeranno come i farmaci agiscono sul fegato.

Amilasi

Le amilasi (cioè le sostanze che hanno il compito di scindere gli zuccheri contenuti, per esempio, nel pane o nella pasta) rappresentano un valore utile per verificare la funzionalità del pancreas, un organo deputato alla produzione di enzimi che aiutano la digestione. Tra questi ci sono le amilasi. Quando il pancreas si altera molto e si ammala, le amilasi aumentano in modo significativo (dovrebbero essere al di sotto di 160 UI/L).

L'amilasi tuttavia è un insieme di sostanze presenti anche a livello delle ghiandole salivari, dell'intestino e delle tube dell'apparato genitale femminile. Pertanto, quando c'è un'amilasi alta, bisogna andare a vedere che tipo di amilasi è aumentato, in modo da valutare in quale distretto dell'organismo è presente il problema. Per far ciò, si ricorre al cosiddetto "dosaggio degli isoenzimi", cioè dei vari enzimi che compongono la famiglia delle amilasi. Tra questi, è importante ricercare il valore delle amilasi pancreatiche (che dovrebbe essere compreso tra i 17 e i 115 UI/L). Se questo valore supera la norma, si può sospettare sempre un'infiammazione acuta del pancreas (pancreatite); se invece sono molto bassi, indicano una pancreatite che ormai si è cronicizzata e quindi una scarsa funzionalità del pancreas.

Non bere alcolici . L'esame delle amilasi dovrebbe essere seguito a digiuno. Se viene richiesto di urgenza ed il malato ha mangiato e bevuto, lo si deve riferire al proprio medico. Non si deve assolutamente nascondere al medico se la sera prima del prelievo si è bevuto alcool: il valore delle amilasi infatti può in questo caso aumentare significativamente e confondere la diagnosi.

Il CPK (per controllare i muscoli)

Analizza gli enzimi presenti all'interno delle fibre muscolari. Il valore di questo indice serve ad evidenziare le alterazioni a livello dei muscoli. Il CPK (il cui valore normale è compreso tra 33 e 194 UI/L) è altissimo nelle distrofie muscolari congenite, ma può anche aumentare in seguito ad attività fisica eseguita senza adeguato allenamento preliminare. l CPK può anche essere utile per indagare su possibili alterazioni della funzionalità del cuore.

La fosfatasi alcalina (per le ossa)

Si tratta di un valore che rappresenta un pò la "prova del nove" per vedere se c'è effettivamente un danno alle vie biliari. Inoltre è un indice per la valutazione di problemi alle ossa. I suoi valori, nella norma, dovrebbero essere compresi tra 73 e 207 UI/L. Si tratta di una sostanza (enzima) che si trova nelle vie biliari. Un suo aumento, insieme all'aumento di transaminasi, birilubina e Gamma GT, può quasi sicuramente decretare la presenza di un'alterazioni delle vie biliari. La fosfatasi alcalina, però, è una sostanza che si trova anche a livello delle ossa. Un aumento di questo valore può quindi indicare anche una malattia delle ossa (osteoperosi o anche semplici fatture).

Per capire meglio

- Glicemia

Se >: diabete; se <: ipoglicemia

da 70 a 110 mg %

- Azotemia

Se <: insufficienza renale

da 10 a 50 mg %

- Creatinina

Se <: insufficienza renale

da 0,6 a 1,2 mg %

- Uricemia

Se >: calcolosi, tumori;

se <: carenza di proteine animali

Uomo: da 3,7 a 7 mg %

Donna: da 2,4 a 5,7 mg %

- Birilubina

Se >: alterazioni del fegato

da 0 a 1 mg/dl

- Transaminasi

Se >: epatite, malattie del cuore

fino a 40 UI/L

- Gamma GT

Se >: malattie alle vie biliari

da 2 a 38 UI/L

- Fosfatasi Alcalina

Se >: malattie alle vie biliari

da 73 a 207 UI/L

- Amilasi

Se >: alterazioni al pancreas

fino a 160 UI/L

- CPK

Se >: alterazioni del fegato

da 33 a 194 UI/L

.....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

LABORATORIO MONACO Srl - Via del Cannone, 24 - 87027 PAOLA (CS) - Tel. e Fax 0982 582175 - Email: labmonaco@tiscali.it - P.I. 01535050783 - C.C.I.A.A. Cosenza N° 105662 - All right reserved